Presenza nel tempo

Mostra personale “Presenza nel tempo” presentata da Giulio Montenero.

“Procedendo di quadro in quadro, Eulalia Vega ha registrato le sue impressioni, immediate e profonde, nel mentre sta percorrendo il faticato e anche crudele percorso storico dell’organizzazione statuale. La figura geometrica si stacca adesso nettamente dallo sfondo ed è, unica e sola, la dominante della composizione. E’ il triangolo. (…)

Lei non si ferma all’accettazione passiva del Triangolo. Lo immerge nella temperie climatica delle tempeste naturali e artificiali, stelle cadenti e folgori attraversano il cielo. E c’è un’altra risorsa che contrasta la funerea immobilità dell’apparato del Potere: sono le donne, e il moltiplicarsi dell’energia generativa viene concentrato nelle piccole conchiglie, allineate sopra il lato di base del triangolo. (…)

Il valore appagante della conchiglia ha indotto Eulalia a forzarne la rappresentazione, fino al punto di sostituire la conchiglia  dipinta con la conchiglia vera, attaccata nel bel mezzo della tela. Non vi potrebbe essere passaggio più efficace nel persuadere della necessità dell’arte nuova. Dalla figura dipinta si arriva alla presentazione del nudo oggetto, l’environement ha origine dalla volontà dell’artista di tirarsi in disparte: non conta la sua abilità artigianale, non conta la sua attitudine lirica individualista, egli vuole che le cose siano sottratte alla convenzionalità anonima, alla mercificazione alienante, e perciò le restituisce al loro significato originario, presentandole come oggetto di un’esperienza estetica.

Eulalia si lascia guidare lungo il sentiero che lei stessa ha contrassegnato con le conchiglie, similmente ai viandanti lungo la Via Lattea. Medita sul femminile come generatività universale e, in una sortita straordinaria della sua propensione alla filosofia naturalistica, vede l’origine del cosmo nell’accezione emanazionistica dell’antico neoplatonismo. Io, con il passo lento della mia tarda età, l’ho seguita fino a Santiago di Compostela, dove i pellegrini deponevano la loro conchiglia, e dove la terra finisce, Finis Terrae.

Ma Eulalia va, invece, oltre, si immerge nell’oceano e ne sortiscono  i quadri più belli. Come all’inizio le figure geometriche elementari quasi si confondevano nel tessuto vivente, forse vegetale, forse atmosferico, in cui erano immerse, così ora la profondità dell’ondeggiante magma cancella vittorie e sconfitte, gioie e dolori del passato storico, ma dalla profondità dello spessore liquido giunge a noi la risonanza dei movimenti di flutti lontani e appena appena visibili, tanto che non sai se siano eventi naturali o debole eco di trascorse vicissitudini umane”.

(Frammenti della presentazione di Giulio Montenero)

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Sala Negrisin, Muggia (Trieste), 20 luglio-17 agosto 2011.